Ambiente del lago di Bolsena

 

Il Lago di Bolsena è situato nell’alto Lazio, nella caldera principale del complesso vulcanico Vulsinio, ha forma ellittica, una superficie di 114,5 kmq con profondità massima di 151 m e un perimetro di 43 km; vi emergono due isole, Bisentina e Martana, probabili residui di crateri vulcanici, ed è circondato in buona parte dalla catena dei Monti Vulsini.

Alimentato principalmente da acqua piovana ha numerosi immissari di portata modesta mentre il fiume Marta, unico emissario, nasce dal porto dell’omonimo centro abitato e sfocia nel Mar Tirreno. Sulle fertili sponde ai boschi di querce e castagni si alternano coltivazioni di vite, olivo e ortaggi. Fra le molteplici attrattive turistiche citiamo quelle di genere archeologico e culturale; sulle rive del lago si sono succedute, infatti, la civiltà Villanoviana, l’Etrusca e la Romana, mentre il periodo medioevale non meno importante ha lasciato segni indelebili nei piccoli centri che lo circondano.

Offrono motivi d’interesse anche, le tradizionali feste paesane, le sagre e la cucina; moltissimi invece scelgono il lago a scopo di semplice svago ed esercitano sulle sue acque, la vela, il windsurf e la pesca. Il più gran lago d’origine vulcanica d’Europa e quinto per dimensioni d’Italia, si trova pochi chilometri a Nord del capoluogo di provincia Viterbo. Una strada di circa 60 Km lo circonda e sia che si trovi a pochi metri da riva oppure distante sulle coste, il panorama che offre è sempre molto spettacolare. La genesi del lago avviene quando l’apparato vulcanico Vulsinio in seguito alle eruzioni laviche, si svuota e crolla su se stesso formando un’enorme caldera che sarà poi lentamente occupata dall’acqua.

Il fondo lacustre si presenta molto irregolare con numerose asperità mentre due splendide isole, la Bisentina (Kmq 0,17) e la Martana (Kmq 0,10) ricche entrambe di vegetazione a macchia mediterranea, contrastano l’azzurro della sua superficie. Dalle recenti scoperte archeologiche subacquee, si è potuto intuire che il livello del lago, ha subito attraverso i secoli notevoli variazioni e che sicuramente per millenni è rimasto a 294m, come dimostrano i resti sommersi d’insediamenti dell’età del bronzo, che si trovano, infatti, a quota di poco superiore. Poi circa tremila anni fa, durante l’età del ferro, vi fu una rapida elevazione, per motivi non ancora accertati, fino al massimo livello consentito dal punto naturale di tracimazione (incile) che si trovava a 306m, che in seguito gli etruschi, per recuperare spazi agricoli invasi dalle acque ridussero a 303m tagliando uno sperone di roccia che sbarrava il percorso del fiume, in località tuttora chiamata “sasso tagliato”.

Il livello attuale del lago è determinato dall’incile in muratura e dalle paratoie di regolazione che sono state poste in epoca medioevale a 303,41 m nel porto di Marta, all’origine dell’omonimo emissario. L’uomo preistorico ha lasciato tracce consistenti e inequivocabili della sua presenza, che va dal neolitico all’età del ferro attraverso quella del bronzo. Centri villanoviani importanti, in seguito etruschi, furono Visentium (Bisenzio), due chilometri ad Ovest dell’attuale Capodimonte e Vezna che sarà la romana Volsinii in seguito Bolsena. Dopo gli etruschi, i romani, le invasioni barbariche, la chiesa e i nobili fra i quali eccelsero i Farnese segnarono la storia recente del comprensorio.

Sul lago di Bolsena è osservabile il fenomeno delle sesse, variazioni improvvise del livello delle acque interne simili alle maree, ma al contrario di queste, imprevedibili sono determinate dalla pressione atmosferica o dai venti; sono state registrate sesse di circa 50cm. Un altro fenomeno, più frequente e visibili col lago calmo anche dalle coste, è l’onda anomala. D’origine apparentemente inspiegabile, questa si presenta con un fronte di vaste proporzioni, che rapidamente avanza rafforzandosi fino ad infrangersi sulle coste. Nelle acque del lago nonostante la pesca professionale con attrezzature sempre più ricercate e le semine “erronee” d’avannotti infestanti, i pesci sono ancora numerosi; le anguille, già note ai Romani sono citate da Dante nella Divina Commedia. I principali presenti attualmente oltre alle citate anguille sono: l’ottimo coregone, il luccio, il persico reale, il persico trota, la carpa, la tinca, la scardola (qui chiamata impropriamente lasca) e infine il piccolo latterino che spesso è preda di pesci predatori e d’uccelli acquatici. Data l’abbondanza di cibo e della protezione a loro riservata la presenza d’uccelli acquatici, specialmente migratori è elevata, una croce per i pescatori ma delizia per gli amanti del birdwatching, che in alcuni periodi possono trovare un vero paradiso a pochi passi da casa. Le barche da pesca sono molto particolari e sempre uguali fin da epoca remota, hanno remi asimmetrici; unicamente propulsore l’anteriore, ad azione combinata il posteriore che funge anche da timone, che i pescatori li usano rimanendo in piedi.

Ora però sono stati sostituiti da piccoli motori il cui antenato fece il suo esordio al lago il 23 luglio 1884, quando per la prima volta, fu varato dal molo di Bolsena un battello a vapore. Sulle rive sono sorte numerose piccole trattorie, spesso nelle vecchie capanne dei pescatori, dove si possono gustare piatti a base di pesce del lago. I centri abitati, ricchi di storia, ora sulle rive, ora sui crinali dei monti Volsini che fanno da corona al lago di Bolsena, sono molto ospitali hanno una recettività alberghiera per ora limitata e garantita principalmente dai campeggi estivi, dalle camere o appartamenti in affitto e dagli agriturismo in crescente espansione.